
Sing
Data Uscita: 04 Gennaio 2017
(USA • 2017) Sing

Daniele Massironi (blog.screenweek.it)
02.01.2017
Ci si ritrova a fare realmente il tifo per questi personaggi così sfortunati, fino all’atto finale che è a dir poco stupefacente, e tra i più emozionanti mai visti in un prodotto d’animazione. Si balla, si ride, si piange, si lotta insieme a loro durante la visione di film, e ci emoziona anche con scene di altissimo livello qualitativo, come dal tono particolarmente drammatico che accade circa a metà, e che per realizzazione e montaggio mi ha lasciato a bocca aperta. Illumination ha incassato miliardi di dollari con le sue pellicole. Da Cattivissimo Me a Pets, lo studio ha saputo colmare il vuoto lasciato da Dreamworks prendendone abilmente il posto. È però proprio con Sing che capiamo finalmente le vere potenzialità dello studio, realizzando il primo film con una sceneggiatura di peso e pronto a competere con i colossi attuali, che rimangono sempre Disney e Pixar nel campo dei blockbuster animati.

5 #Singilfilm : secondo me uno dei migliori film di a...
5 #Singilfilm : secondo me uno dei migliori film di animazione di sempre! #whoisthebest? Logicamente Gunter!

Claudia Bighi (www.abovetheline.it)
03.01.2017
Sing è un’opera eccellente, divertente e mai banale, che dovrebbe fare scuola a tante pellicole non animate, sempre più ricche di estetica e povere di contenuto.

Angela Rainone (www.youmovies.it)
03.01.2017
Sing è una festa per gli occhi (e le orecchie) di chi è amante del cinema animato e animalesco, travolto dall’euforia di questa pellicola divertente e coinvolgente, grazie ai suoi simpatici siparietti musicali per nulla stucchevoli. L’opera di Jennings e Lourdelet è poi arricchita dalla presenza di un gruppo di protagonisti ben caratterizzati, ognuno con una situazione familiare alle spalle da risolvere assolutamente, se si vuole arrivare nella vita; dalla moglie apprensiva e madre di innumerevoli figli come Rosita, a quello con problemi di carattere e gioco d’azzardo come Mike, per passare al cantante Johnny con padre criminale al seguito e a Meena (chissà, forse un riferimento alla nostra Mina?) che ha un talento nascosto nella propria voce. Un giro di vite ben miscelate e congegnate, attorniate da una comicità adeguata e meno attratta dal ritmo isterico di molte altre pellicole d’animazione recenti. Pollice in su per Sing e per i suoi talent da lanciare.

Tom Russo (www.bostonglobe.com)
03.01.2017
Il risultato è un film di intrattenimento con un ritmo e suono che si adattano sempre ad una ambientazione e a dei personaggi incredibilmente ricchi — un serraglio realizzato in maniera più approfondita e memorabile di Zootropolis.

Gregory Ellwood (theplaylist.net)
03.01.2017
Potrà sembrare frivolo paragonare Sing ad un altro film Universal, Pitch Perfect, ma sotto molti aspetti si tratta di un paragone perfettamente appropriato e positivo. La prima parte di entrambi i film regala un mix di risate e di goffi intrecci nella trama, ma quando qualcuno canta? Quando arriva il momento del grande numero finale alla fine del film? È impossibile non sorridere.

Brian Truitt (www.usatoday.com)
03.01.2017
Come in American Idol, i momenti miglior di Sing sono le sequenze musicali. C'è un esilarante primo giro di audizioni con dei conigli che ballano Baby Got Back, un trio di rane che canta Jump e una chiocciola che canticchia Ride Like the Wind — quanto meno hanno senso tanto più funzionano. La parte centrale è un po' più lenta, ma il film si risolleva in tempo per un finale canterino che vi lascerà con un gigantesco sorriso sulle labbra.

Katie Walsh (www.latimes.com)
03.01.2017
Un film adorabile pieno di momenti sinceramente divertenti e delle splendide canzoni.

Steve Pond (www.thewrap.com)
03.01.2017
Durante la prima parte del film, le storie, e i frammenti di una dozzina di canzoni pop, si susseguono in maniera rapida e frenetica. [...] Ma è quando i personaggi toccano il fondo che il film mostra una mano più sicura e diventa più toccante. Non è facile far provare al pubblico della commozione per dei personaggi animati che fino ad ora aveva deriso, ma Sing ci riesce.

Blake Goble (consequenceofsound.net)
03.01.2017
La presentazione e i piccoli accorgimenti rendono Sing meno irritante di quanto ci si potesse aspettare. Ci sono una dozzina di momenti e canzoni fantastiche, come una fuga al ritmo di Elton John o delle rane che cantano Jump dei Van Halen. Nel complesso si tratta di un bel mix.

Peter Debruge (variety.com)
03.01.2017
Pur non offrendo profonde lezioni di vita, Jennings ed il suo cast riescono a far ridere e allo stesso tempo rispettano uno dei principi fondamentali di Illumination: non c'è niente di male ad essere un po' ridicoli.

Dave Calhoun (www.timeout.com)
03.01.2017
L'animazione non sarà tra le più fantasiose, ma Sing si eleva quando concentra la propria attenzione su ognungo dei membri del suo cast corale e sull'ovvia passione per la musica: è quasi impossibile guardare questo film e non ritrovarsi a canticchiare Golden Slumbers dei Beatles durante i giorni successivi alla visione.

Emmanuela Iannace (www.ciaocinema.it)
02.01.2017
Questo film d’animazione non è nuovo a temi come la fratellanza, l’amore, la condivisione, la tenacia, la vincita infine. È come se fosse un film di formazione dove la formazione iniziale non è affatto come la fine, superando ostacoli e discese si arriva alla vincita, alla vittoria. Però colpisce per le trovate assolutamente geniali possibili solo per un film d’animazione, e ancora molte andrebbero scovate perché infinita ne è la possibilità, dicevo trovate geniali come il teatro riempito d’acqua per farci galleggiare dei calamari, con la luce, assolutamente uno spettacolo oppure quando canta l’elefantessa che cade l’ultima parte di teatro, appare una vista sulla città fantastica. Non tutto è perduto direbbe Buster Moon!

Martina Calcabrini (www.taxidrivers.it)
02.01.2017
Diretto da Garth Jennings, regista di Guida galattica per autostoppisti, Sing ricorre ad escamotage metacinematografici portando la macchina da presa a scavalcare il sipario per entrare dietro le quinte e poi salire sul palcoscenico insieme ai protagonisti. In questo modo, vengono ripresi ogni sorriso e lacrima necessaria all’affermazione del singolo, conducendo subito la pellicola a fare il verso prima alla quantità spropositata di mediocri programmi televisivi che sfruttano i suoi interpreti come fossero burattini, e poi a se stesso per essersene rivelato portavoce. È una pellicola particolare, dunque, arrogante, forse, commerciale sicuramente nella scelta dei brani musicali di Kate Perry e Taylor Swift. Eppure, Sing va considerato soprattutto un prodotto coraggioso e intraprendente che si mette in gioco solo per farsi smascherare.

Lorenzo Colapietro (www.freneek.it)
02.01.2017
Diretto da Garth Jennings, Sing è un film che ti entra nel cuore e dal quale non vuoi più uscire. Con la sua colonna sonora composta da ben 65 brani di successo il nuovo lungometraggio d’animazione della Illumination è pronto a sbancare i botteghini e siamo certi che centrerà l’obiettivo. Una storia ricca e divertente piena di momenti comici ed esibizioni che non hanno nulla da invidiare ai grandi talent del calibro di X-Factor o The Voice, il tutto perfettamente affidato sulle “spalle” dei personaggi che popolano la pellicola, un insieme di animali che più umani non si può, ricchi di contraddizioni e di problemi ma che hanno dalla loro parte il talento e la voce per affrontare le preoccupazioni a colpi di note.

Simone Soranna (www.cineforum.it)
02.01.2017
Garth Jennings e Christophe Lourdelet preferiscono invece guardare a canovacci appartenenti al passato, quando pellicole del calibro de La danza delle luci (1933) o Modelle di lusso (1952) utilizzavano un semplice pretesto narrativo (il tribolato allestimento di uno show d’intrattenimento, non a caso presente anche in Sing) per deliziare il pubblico con numeri musicali di ogni sorta. Proprio in questa semplicità (narrativa e contenutistica) risiede la natura originaria del film. E allora non è un caso che la morale della storia venga suggerita, sul finale, tramite un esorto schietto e conciso su come affrontare le proprie difficoltà: «canta!».

Maria Teresa Ruggiero (www.universalmovies.it)
02.01.2017
Sing è per tutti: i bambini si faranno travolgere dall’entusiasmo del maiale Gunter ballerino e del topolino pasticcione Mike, ma conquisterà anche il pubblico adulto appassionato di musica e di talent show. Provoca le corde più sensibili del proprio animo stuzzicando il movimento sul sedile del cinema e facendo entrare la musica nel proprio cuore con le hit ascoltate come Faith di Stevie Wonder feat Ariana Grande.

Domenico Misciagna (www.comingsoon.it)
02.01.2017
Sing si fa perdonare le sue scorciatoie creative, perché funziona. Da pazzi. Non sbaglia un colpo. Garth Jennings, che scrive e dirige, si prende una bella rivincita su coloro che non gli riconobbero nemmeno l'onore delle armi, per aver provato dieci anni fa a portare sullo schermo la Guida galattica per gli autostoppisti. Quest'impresa è meno impossibile, e grazie alla guida pragmatica di Meledandri, Sing ricorda la strategia di Hanna & Barbera negli anni Sessanta: se punti alla simpatia, la coltivi, la ceselli, puoi glissare su una tecnica raffinata. La strategia non è lontana ovviamente da quella di Pets, ma Sing ha due plus di cui il precedente non gode: il cuore e l'uso misurato della parola.

Alice De Falco (darumaview.it)
02.01.2017
Una miriade di animali dalle voci mozzafiato sono protagonisti di un lungometraggio divertente e spensierato. La trama è energica e i subplot da seguire sono tanti, ma le performance canore e la colonna sonora del film spazzano via i dubbi sulla struttura narrativa del film. Ce n'è per tutti i gusti, dai più recenti fenomeni commerciali alle perle del passato, le canzoni interpretate dai divertentissimi personaggi sono tante e incredibilmente coinvolgenti.

Antonio Maria Abate (www.cineblog.it)
16.12.2016
La portata di Sing va perciò valutata anche in base al suo essere inserito nel tempo in cui è stato partorito, sebbene le origini del progetto risalgano a cinque anni fa. Di base il senso è portare al cinema grandi e piccoli facendoli divertire, affidandosi ad intuizioni e formule oltremodo rodate: gli animali antropomorfi, le canzonette che ascoltiamo in radio, su YouTube, Spotify e dovunque, il tema della scalata al successo declinato secondo il vecchio ma narrativamente ancora sostenibile schema del sogno americano e via discorrendo. Chris Meledandri, Garth Jennings e soci riescono poi ad amalgamare il tutto più che dignitosamente e quel che ne viene fuori è piacevole da guardare ma anche da ascoltare, senza nemmeno fare troppo chiasso.

Emanuela Cerri (www.pianetamamma.it)
16.12.2016
Un film perfetto per tutta la famiglia, allegro, giocoso e che riesce a parlare al cuore dei giovanissimi raccontando tra gag, risate (ma anche qualche lacrimuccia) il mondo dei talent, dei concorsi per decidere chi canta o balla meglio, delle aspirazioni dei genitori che si ripercuotono sui figli e dei genitori che avrebbero voluto essere qualcosa che forse pensano di non essere più in grado di diventare.

Valerio Sammarco (www.cinematografo.it)
16.12.2016
La formula di Sing è tanto semplice ma non per questo banale, strizzando l’occhio ai vari talent stile X-Factor che negli ultimi anni vanno per la maggiore, catturando così fasce di pubblico senza età: oltre 60 le canzoni che, per intero o brevi spezzoni, vengono utilizzate (per un attimo c’è anche Around the World dei Daft Punk, occhio ai calamari fluorescenti…), una carrellata che va dai grandi classici della musica americana degli anni ’40 alle hit più recenti, finendo con l’inedita Faith di Stevie Wonder e Ariadna Grande, composta per i titoli di coda del film. Ma non è solo una superficiale sequela di canzoni a caratterizzare il gioiello di casa Meledandri: è la sapiente distribuzione della musica, anche dal punto di vista emotivo, a rendere unica l’opera, impreziosita anche da un coro di voci originali (da Matthew McConaughey a Reese Whiterspoon, da Scarlett Johansson a Taron Egerton, da Seth MacFarlane a Tori Kelly, l’unica cantante professionista dell’intera combriccola) e da sorprendenti coreografie. E sarà impossibile non lasciarsi trascinare dalla performance del gorilla John (Egerton) con I’m Still Standing di Elton John o dalla versione di Don’t You Worry ’bout a Thing di Stevie Wonder eseguita dall’elefantina Tori Kelly (che poco prima ammalia cantando Hallelujah di Leonard Cohen), per non parlare della My Way di Sinatra rieseguita dal topo Seth MacFarlane. Roba da far venire giù un teatro. O, meglio, capace di riedificarlo sulle sue stesse macerie. Applausi.

Rosanna Donato (filmup.leonardo.it)
16.12.2016
A colpire, trattandosi di un film musicale ricco di buoni propositi e - come abbiamo visto - di temi importanti, è la colonna sonora: tra le canzoni più coinvolgenti dal punto di vista emotivo ci sono “Hallelujah” di Leonard Cohen (ultimamente usata spesso nel cinema), cantata nel progetto da Meena (Tori Kelly), “Golden Slumbers” scritta da Paul McCartney e “Don't You Worry 'Bout A Thing” di Stevie Wonder. La varietà dei personaggi, anche secondari, contribuisce alla riuscita della pellicola, che vanta un cast di voci eccezionale e scene a dir poco esilaranti. Nonostante la presenza di tematiche profonde, il film è caratterizzato da un aurea di leggerezza che viene mantenuta per tutta la sua durata e che lo rende adatto ad un pubblico di qualsiasi età.

Stefano Labbia (www.myreviews.it)
16.12.2016
Sing è un cartoon divertente: no stress, pacato e intelligente, come pochi ce ne sono stati, negli ultimi anni. C’era una volta un koala coraggioso… si potrebbe dire. E invece no. C’era una volta un tenero e al contempo saccente koala che da imprenditore teatrale si ritrova a dover organizzare una manifestazione canora. L’ennesima storia di un “loser” (o più di uno, visto la tribù che poi si formerà subito dopo l’incipit) che si prende la rivincita sulle amarezze della vita? Si, ma decisamente con una marcia in più!

Thomas Cardinali (talkymovie.it)
16.12.2016
Il film parte lento con una lunga presentazione della situazione, ma è funzionale poi alla narrazione che è perfetta quando la storia diventa un reality degno di X Factor in cui dei dilettanti allo sbaraglio diventeranno delle star da copertina. Un mix vocale pazzesco che unisce più generi passando dal rock al pop e con un cast di voci originali in cui spiccano Reese Whiterspoon e Scarlett Johansson. Un finale forse allungato, ma che come un turbo diesel ci porta alla fine dello show di Buster Moon che è come un film nel film. Un omaggio al teatro e alla voglia di continuare a portare avanti i propri sogni perché a volte, grazie a una serie di fortunati eventi si realizzano.

Giordano Caputo (www.ingloriouscinephiles.com)
16.12.2016
Adolescenti spinti al crimine dai propri genitori, mamme con sogni nel cassetto rilegate al ruolo di casalinga, artisti di strada laureati eppur costretti a chiedere l’elemosina, talenti purissimi nascosti nell'ombra per l’imbarazzo e rocker da sballo oscurate da partner maschili colmi di ego. Non gli mancavano di certo gli elementi, a “Sing”, per scendere più in profondità e raccontare a suo modo una verità non così divergente da quella reale e amara che appartiene anche al nostro mondo. A mancargli, probabilmente, è stato più qualcos'altro, magari la fiducia di Jennings nell'osare e nel buttarsi a capofitto in un progetto che avrebbe potuto mostrare senza riserve a che tipo di stoffa egli appartenesse: frenato, forse, dal timore di somigliare ad uno dei suoi personaggi, con l’aggravante dell’esito negativo, legato a un risvolto non vincente. Ha preferito giocare per un pareggio, quindi, il regista, per quella via che porta ad un risultato modesto, senza lode e senza infamia, che accontenta soprattutto il pubblico appassionato di reality show derivati e quello più piccolo che raramente riuscirà a trattenere le risate di fronte a sfilate di animali così sopra le righe, travolgenti nel conquistarsi il palco.

Martina Barone (www.cinematographe.it)
16.12.2016
Interamente occupato da animali, il mondo di Sing è dominato non solamente da protagonisti buffi capaci di creare appiglio principalmente su spettatori appartenenti ad una fascia molto bassa di età – come successo per il recente Pets – ma da un insieme di ben delineati e collaudati personaggi dalle emozioni limpide e genuine, con dentro la voglia di alzare il volume delle casse e fare spettacolo. Tutto questo concretizzato grazie all’intuizione del regista e sceneggiatore Garth Jennings (Son of Rainbow, Guida galattica per autostoppisti) che, scegliendo di attribuire a Buster, Johnny, Rosita, Mike, Ash e Meena un personale background di spessore, contribuisce a rendere il lungometraggio animato di una levatura superiore al resto dei lavori della casa di produzione, non dimenticando però mai il vero scopo del film: divertire cantando.

Luca Marinelli Brambilla (www.staynerd.com)
16.12.2016
Sing è certamente un ottimo film di animazione. Non ha quei messaggi stratificati e complessi che spesso Disney mette nelle sue opere, risultando quindi più semplice, ma compensa con una selezione musicale di ottimo livello e con delle fantastiche interpretazioni dei vari brani che compongono la soundtrack realizzata dai doppiatori originali. Inoltre, per i diversi motivi sopra esposti, risulta piacevole anche per un pubblico più adulto di quello che è il suo target standard, riuscendo così a fare in modo che pure i genitori, trascinati al cinema dai figli, ne escano soddisfatti. Quindi, se questo Natale intendete passare un pomeriggio a vedere un film al cinema, Sing potrebbe sicuramente essere un buon cavallo sul quale puntare.

Maria Ianniciello (www.culturaeculture.it)
16.12.2016
Le musiche sono incantevoli, come del resto i personaggi e la sceneggiatura che è lineare e scorrevole. Il Cinema d’animazione, quindi, è in ottima salute e Sing è l’ennesimo cartone animato (musicale) che convince, forse non è innovativo quanto Inside Out che entra nel cuore di ogni emozione dimostrandoci che gli stati d’animo hanno il diritto di esistere giacché esercitano una specifica funzione, vitale per la nostra stessa sopravvivenza. Sing riesce, tuttavia, a essere ugualmente formativo non solo perché porta le giovani generazioni in un ambiente desueto per loro, qual è il Teatro, ma soprattutto perché fa leva sulla mente inconscia utilizzando gli animali per affrontare temi senza tempo con naturalezza e simpatia.

Antonio Cuomo (movieplayer.it)
16.12.2016
In un anno aperto da Zootropolis e proseguito da Pets - Vita da animali, Sing è la perfetta conclusione. Il nuovo film Illumination è più simile al primo di casa Disney che all'altra sua produzione 2016, perché anche in questo caso ci troviamo al cospetto di un mondo popolato da animali antropomorfi, che non avrà lo stesso spessore e significato di quello della casa di Topolino, ma che comunque funziona e risulta credibile seppur a livello più superficiale. Funziona anche e soprattutto a livello visivo, per un livello tecnico che si conferma al livello dei precedenti e per alcuni aspetti anche superiore, e per una messa in scena che nelle sequenze musicali ed in particolare nel finale si fa ambiziosa ed elaborata, ma che già dalle prime battute cerca e trova soluzioni stilistiche personali per fare da raccordo tra le singole storie ed i rispettivi personaggi.

Alessia Laudati (www.film.it)
16.12.2016
Sono figure che oltre a riproporre il divertente gioco dell’antropomorfismo sullo schermo, e a dimostrare come in Sing la cura per il disegno e per la caratterizzazione fisica sia molto attenta e riuscita, hanno anche qualcosa da dire in termini di approfondimento psicologico. Sing è in questo senso una lezione sul successo, sull’importanza di avere il coraggio di essere noi stessi e sui modi che ognuno ha per affermare i propri desideri e la propria identità. Non sono temi nuovissimi; eppure essi comunque conservano sempre la loro universalità se esplorati con coerenza e buona dose credibilità. Certo, qui non siamo ai livelli di altri prodotti di animazione, ma Sing è comunque un buon oggetto di intrattenimento che può contare su più di un numero musicale ben riuscito per portare avanti una certa vivacità di racconto.
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