L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI 
L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI 
User icon
Filippo Magnifico
09.09.2016
A cosa serve mettere in scena, nel migliore dei modi oltretutto, la distruzione più totale se non c’è un vero e proprio protagonista ad affrontarla? In due ore di film accade l’impossibile ma l’interesse è pari a zero.

Eye icon
2 Mi imbastisci la distruzione più totale, lo fai ne...
2 Mi imbastisci la distruzione più totale, lo fai nel migliore dei modi, e non mi metti un vero e proprio protagonista ad affrontarla? Due ore di film in cui succede DI TUTTO ma l’interesse è costantemente pari a zero. Si potrebbe interpretare il tutto come un importante messaggio: in un possibile conflitto siamo tutti protagonisti, dobbiamo collaborare per vincere ecc. Ma per quanto mi riguarda non funziona lo stesso. Ho dato il mio voto a Independence Day: Rigenerazione | #IndependenceDay :

Globe icon
Francesco Martino (www.abovetheline.it)
08.09.2016
La sensazione è che questo Independence Day – Rigenerazione sia un sequel privo di ispirazione, nato più dalla voglia di monetizzare grazie al nome che di riproporre quanto di buono visto vent’anni fa.

Globe icon
Fabio Giusti (www.movielicious.it)
08.09.2016
Il problema principale di Independence Day – Rigenerazione non è tanto di essere brutto, quanto di nascere come un film già vecchio, incurante dei cambiamenti che il concetto di blockbuster ha affrontato da quando il pubblico ha iniziato a chiedere qualcosa di più che fuochi d’artificio e metropoli messe a ferro e fuoco. E, per quanto sia comprensibile la volontà di Roland Emmerich di tornare a battere cassa dopo il disastro di Stonewall – per la cronaca: l’unico film sui diritti LGBT che sia riuscito a scontentare la stessa comunità LGBT – non se ne può giustificare l’estrema svogliatezza in termini di scrittura. E dire che ci si sono messi in cinque (in mezzo ci è finito pure James Vanderbilt, autore di Zodiac e regista del buon Truth – Il prezzo della verità) per buttare giù questo abbecedario di luoghi comuni della fantascienza più elementare che non riesce a salvarsi neanche quando tenta la via di fuga dell’autoironia.

Globe icon
Andrea Bedeschi (www.badtaste.it)
08.09.2016
È l’esuberante impeto iconoclasta il maggior punto di forza blockbuster di Emmerich ed è proprio questa eredità il più grande handicap del seguito. Siamo ormai troppo abituati alla distruzione cinematografica su larga scala, un trend paradossalmente cominciato proprio da Emmerich nel 1996 e consolidatosi grazie a anni di Bayhem e svariati cinecomic (non è un caso se i fratelli Russo con Civil War abbiano consapevolmente evitato questa facile scappatoia narrativa) tanto che questo Independence Day Rigenerazione finisce per essere solo un 2012 + Alieni o un film della The Asylum con un budget da 165 milioni di dollari. Un volto qualsiasi in mezzo alla folla dell’attuale offerta di pop-corn movie che non fa nulla per invogliare lo spettatore a voler conoscere il prosieguo di una storia che, stando all’esito commerciale, probabilmente terminerà qui.

Globe icon
Emiliano Cecere (www.cinematographe.it)
08.09.2016
Independence Day: Rigenerazione è un film godibile e ricco di azione da cardiopalmo, Emmerich si rivela ancora una volta il maestro del genere disaster, basando intelligentemente l’intero apparato filmico sul pathòs scenico generato dalle maestose panoramiche, da una fotografia spettacolare e su luoghi di culto della saga, come l’ormai ricorrente Area 51.

Globe icon
Emanuele Biotti (cinema.everyeye.it)
07.09.2016
A distanza di due decenni dal successo di Independence Day, Emmerich confeziona un sequel che parte con buoni propositi narrativi ma che si perde progressivamente nell’anonimato, soprattutto per via di uno script che prima mette parecchia carne al fuoco e poi va a diluirsi in una sorta di compito a casa, perdendo gran parte del suo potenziale e risolvendosi in una riproposizione fiacca del suo predecessore. Senza trovare un equilibrio tra il gusto di omaggiare il primo capitolo e la necessità di portare in avanti vicenda e personaggi, e senza un vero ed esaustivo passaggio di consegne a una nuova generazione di eroi in grado di bucare lo schermo, Independence Day: Rigenerazione rischia di lasciare insoddisfatto sia chi ha amato il primo capitolo sia chi semplicemente è in cerca di un buon blockbuster intriso di entertainment e spettacolo. Tutto è un ritorno, grande nella confezione ma più piccolo nelle emozioni.

Globe icon
Thomas Cardinali (talkymovie.it)
05.09.2016
In un’epoca in cui gli effetti speciali sono all’ordine del giorno “Independence Day – Rigenerazione” si mostra fragile, non avendo un solo punto di forza. Purtroppo l’opera di Roland Emmerich, al primo sequel della sua carriera registica, è destinato ad essere probabilmente il flop del 2016: gli amanti del disaster movie potrebbero ritenersi offesi per i cliché e le banalità che a tratti troviamo nel film, mentre chi è avverso a questo tipo di spettacoli non andrà a vederlo per partito preso.

Globe icon
Francesco Alò (http://www.badtaste.it/)
05.09.2016

Globe icon
Fabrizio Degni (www.cinefile.biz)
05.09.2016
Cosa si salva, oltre al genere umano? Poco. Nulla, se non forse la consapevolezza che un seguito sia alquanto improbabile, considerando che la critica lo ha stroncato e il pubblico acquistato biglietti per altre sale. Se questo è il risultato ottenuto cercando di essere fedeli a un percorso noto, meglio – e di gran lunga – reinterpretazioni di storici intoccabili come con il recente Ghostbusters, che per quanto lo si voglia criticare almeno non peccano di originalità e forniscono una chiave di lettura alternativa a simulacri che nessuno vorrebbe mai violare.

Globe icon
Andrea Paone (www.cinemamente.com)
05.09.2016
Se vi piacciono i film di fantascienza riguardatevi il primo.

Globe icon
Gabriele Barducci (www.thegamesmachine.it)
05.09.2016
Independence Day – Rigenerazione diventa così un film meccanico e senza emozioni; è sicuramente più grande, in tutti i sensi, ma sembra che Emmerich abbia portato a compimento il lavoro con stanchezza. La magia non si è ripetuta e il finale aperto al terzo capitolo, già annunciato insieme a Rigenerazione, lascia più dubbi che certezze. Forse qualcuno che si divertirà a vederlo ci sarà pure. Io, con molta amarezza nel cuore, davvero non ci sono riuscito.

Globe icon
Paolo Conti (thebizloft.com)
05.09.2016
In un’era in cui il colossal si trasforma, Independence Day 2 torna alle origini del genere catastrofico che Emmerich ha praticamente inventato. Lo fa con poca fantasia e senza alcuna genialità. Ma con un cocktail di elementi ampiamente collaudati che comunque centrano, in qualche modo, il bersaglio.

Globe icon
Marzia Gandolfi (www.mymovies.it)
05.09.2016
Re indiscusso del catastrofico trash dopato con effetti speciali digitali, il regista tedesco traslocato a Hollywood ha prodotto una domanda alla quale nessuno come lui ha risposto e alimentato un genere a cui ha contribuito più di chiunque altro (Godzilla, The Day After Tomorrow, 2012). E la familiarità che il pubblico intrattiene oggi con il genere è la maledizione e la fortuna insieme di Independence Day: Rigenerazione. Maledizione perché non c'è più niente da inventare e praticamente più materia per impressionare, fortuna perché il film mantiene saldo il patto con lo spettatore, che non cerca più novità e incantamento ma prova riconoscenza. Forse perché nei film di Emmerich c'è sempre spazio (e amore) per la massa, una logica inclusiva in cui tutto il mondo trova il suo posto, come i bambini nello school bus condotto da Judd Hirsch. Una generosità genuina che trapela nei dialoghi di Jeff Goldblum, in ogni apparizione di Bill Pullman o nella relazione aerea tra Liam Hemsworth e Jessie T. Usher, che rimpiazzano con riverenza il carisma di Will Smith.

Globe icon
Alessio Pescetelli (www.mistermovie.it)
05.09.2016
Gli sceneggiatori non prestarono evidentemente abbastanza attenzione alle critiche. I punti dolenti del film sono gli stessi: la banalità e la debolezza della trama.

Globe icon
Andrea Maderna (it.ign.com)
05.09.2016
Il risultato è esattamente quel che era lecito attendersi: un film grosso, spettacolare, incasinato e cretino come solo quelli di Emmerich sanno essere, pieno di soluzioni completamente assurde e pieno di problemi (non ultimo il suo essere un po' troppo palesemente costruito in vista di un terzo episodio), ma che tutto sommato, se si apprezza questo genere di cose, fila via in maniera divertente. E per una volta ha anche il pregio di fermarsi dopo un paio d'ore, senza esagerare troppo.

Globe icon
Stefano Dell'Unto (www.mangaforever.net)
05.09.2016
Per lungo tempo si è parlato di un sequel che esce, appunto, per il 20° anniversario dell’originale, forse fuori tempo massimo. Il film si sta rivelando un flop di critica e pubblico negli USA, semplicemente perché carente di tutti gli ingredienti che hanno decretato il successo del predecessore. Per la prima volta, Emmerich si è trovato a dirigere un sequel e l’inesperienza è costata cara. Ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare.

Globe icon
Mattia Pasquini (www.film.it)
05.09.2016
Le pecche di questa epica sci-fi iniziano proprio dalla carta, infatti. Da una sceneggiatura che potrebbe aver contato troppo sulla benevolenza e semplicità di un pubblico pronto a ricevere qualsiasi cosa portasse di nuovo gli attori del 1996 a scontrarsi con gli alieni cattivi, allora respinti. La terra ha imparato la lezione ed è ormai un luogo pacificato, senza più guerre e pronto a collaborare a ogni livello, e i lucertoloni corazzati sono prigionieri nell'Area 51, oggi Quartiere Generale governativo. Ma quando si attiva il GPS interstellare qualcosa si rimette in moto… Certo, il riferimento cui si guardava non era certo Apocalypse Now o Incontri Ravvicinati, ma nella sua semplicità baraccona appare oggi ancora più onesto e apprezzabile. Molto più di questo 'compito obbligato' nel quale troppi elementi sono giustapposti senza davvero un criterio che non sia quello di dare informazioni sparse e clichè in pasto al pubblico.

Lascia anche tu una recensione o un commento su questo film!
18
Recensioni
Totali
0%
Positive
0%
Negative